CARO MARCO, PERO'. CHE COSA VUOL DIRE PERO'?
"mi sveglio col piede sinistro. Quello giusto. E poi mi faccio un tiro di coca. Anzi no optiamo per il crack, così non devo tirare l'intonaco su per le narici ed è più pura. Ma naturalmente ho un alibi. Si perchè io faccio un uso "terapeutico" della cocaina. E' meglio di tanti antidepressivi e pure Freud la prescriveva".
Ciao Marco. Si, ti chiamo così perchè quando ci siamo incrociati nelle classiche occasioni di banale e annoiata mondanità milanese ero rimasto sorpreso dalla distanza che c'era tra quel ragazzo sicuramente sopra le righe ma anche timido, introverso e discreto; e un'immagine pubblica così strafottente e arrogante. Ma soprattutto apprezzavo la tua dignità di artista. Il tuo talento geniale. Il tuo sottile modo di giocare con le parole facendo diventare l'ironia poesia e viceversa. Apprezzavo il tuo essere diverso, "altrove" (per citarti) rispetto ai clichè frusti dello show business. Poi è arrivato X-Factor. E pur continuando ad apprezzare la tua enorme competenza e sensibilità artistica ho cominciato a nutrire alcune perplessità sul personaggio di Morgan. Perchè l'antipatia ostentata, l'essere controcorrente ad ogni costo, le parolacce, i look eccentrici e gli atteggiamenti da "uomo caduto sulla terra" sono cosa già viste, digerite, riproposte e ridigerite. E pertanto prive e private di qualsiasi fascino. Anche pippare coca o, in generale farsi, non ha niente di particolarmente trasgressivo. Lo fanno anche i bancari quando hanno bisogno di una "botta di vita". E poi lo fanno i politici (e ci aggiungono la compagnia di trans e puttane). Ti dico di più. Una "bottta di vita" in qualche momento credo che ce la siamo concessi davvero tutti. Io compreso. Nel pubblico e tranquillo disinteresse. Ah! Non dimenticare che almeno il 90% delle persone che fanno il tuo mestiere utilizza più o meno i tuoi stessi generi di conforto più o meno regolarmente. C'è una sfilza infinita di tuoi pari che si "è ripulita" e almeno altrettanti che "ci sono rimasti". A parte i più emblematici, ma per genialità prima che per il gusto dell'eccesso, li abbiamo dimenticati tutti. Perchè gli eroi stanno altrove e, credimi, la scelta di farsi non c'entra davvero niente. Quindi, vengo al dunque, mi stai decisamente sui coglioni. Perchè queste confessioni mediatiche prima della pubblicazione di un disco le trovo operazioni profondamente ruffiane e sintomo di insicurezza artistica. Perchè che tu fossi un personaggio eccessivo si capiva senza bisogno di ulteriori dettagli (è un po' come dire "mi masturbo" o raccontare i minimi dettagli dell'atto autoerotico). Perchè comunque un personaggio pubblico non è "uno qualunque" ma non per questo è tenuto a raccontare i cazzi suoi ai quattro venti. Ne facevamo volentieri a meno.
Ma la cosa che è davvero patetica è ritrattare tutto dopo poche ore. Mi sono sbagliato, sono stato vittima di un raggiro. Stavo parlando del passato. Che codardia. Già trovo francamente vigliacco che uno debba scomodare ritmi stressanti, psichiatri e Freud per giustificare a se stesso e al mondo il fatto di pippare coca. Non solo, una volta raggiunto il risultato, e cioè quello di attirare l'attenzione mediatica su di se, fare marcia indietro. Non è che forse al momento dell'intervista ti eri fatto un tiro di troppo? E se anche fosse non eri li apposta per dirlo? Per quanto ne so, in questo genere di interventi mediatici non c'è nulla di lasciato al caso. Le domande sono concordate prima e così le risposte. O forse volevi dar uno scossone a questa Italietta moralista e bacchettona da Festival di Sanremo...Pensai bene. Non ce l'hai fatta. Perchè nonostante la tua esclusione dalla kermesse rivierasca di fatto ne sei il vincitore morale. E pertanto, la vera e ultima icona di questa italietta moralista e beghina rappresentata da Sanremo sei tu, che ne hai già decretato il record di audience. Ma domani anche questa storia sarà acqua passata. Perchè già si fa fatica a ricordare da un mese all'altro quelli che dal palcoscenico del teatro Ariston ci passano. Figurati quelli che vengono bloccati all'ingresso.
Ciao Marco. Si, ti chiamo così perchè quando ci siamo incrociati nelle classiche occasioni di banale e annoiata mondanità milanese ero rimasto sorpreso dalla distanza che c'era tra quel ragazzo sicuramente sopra le righe ma anche timido, introverso e discreto; e un'immagine pubblica così strafottente e arrogante. Ma soprattutto apprezzavo la tua dignità di artista. Il tuo talento geniale. Il tuo sottile modo di giocare con le parole facendo diventare l'ironia poesia e viceversa. Apprezzavo il tuo essere diverso, "altrove" (per citarti) rispetto ai clichè frusti dello show business. Poi è arrivato X-Factor. E pur continuando ad apprezzare la tua enorme competenza e sensibilità artistica ho cominciato a nutrire alcune perplessità sul personaggio di Morgan. Perchè l'antipatia ostentata, l'essere controcorrente ad ogni costo, le parolacce, i look eccentrici e gli atteggiamenti da "uomo caduto sulla terra" sono cosa già viste, digerite, riproposte e ridigerite. E pertanto prive e private di qualsiasi fascino. Anche pippare coca o, in generale farsi, non ha niente di particolarmente trasgressivo. Lo fanno anche i bancari quando hanno bisogno di una "botta di vita". E poi lo fanno i politici (e ci aggiungono la compagnia di trans e puttane). Ti dico di più. Una "bottta di vita" in qualche momento credo che ce la siamo concessi davvero tutti. Io compreso. Nel pubblico e tranquillo disinteresse. Ah! Non dimenticare che almeno il 90% delle persone che fanno il tuo mestiere utilizza più o meno i tuoi stessi generi di conforto più o meno regolarmente. C'è una sfilza infinita di tuoi pari che si "è ripulita" e almeno altrettanti che "ci sono rimasti". A parte i più emblematici, ma per genialità prima che per il gusto dell'eccesso, li abbiamo dimenticati tutti. Perchè gli eroi stanno altrove e, credimi, la scelta di farsi non c'entra davvero niente. Quindi, vengo al dunque, mi stai decisamente sui coglioni. Perchè queste confessioni mediatiche prima della pubblicazione di un disco le trovo operazioni profondamente ruffiane e sintomo di insicurezza artistica. Perchè che tu fossi un personaggio eccessivo si capiva senza bisogno di ulteriori dettagli (è un po' come dire "mi masturbo" o raccontare i minimi dettagli dell'atto autoerotico). Perchè comunque un personaggio pubblico non è "uno qualunque" ma non per questo è tenuto a raccontare i cazzi suoi ai quattro venti. Ne facevamo volentieri a meno.
Ma la cosa che è davvero patetica è ritrattare tutto dopo poche ore. Mi sono sbagliato, sono stato vittima di un raggiro. Stavo parlando del passato. Che codardia. Già trovo francamente vigliacco che uno debba scomodare ritmi stressanti, psichiatri e Freud per giustificare a se stesso e al mondo il fatto di pippare coca. Non solo, una volta raggiunto il risultato, e cioè quello di attirare l'attenzione mediatica su di se, fare marcia indietro. Non è che forse al momento dell'intervista ti eri fatto un tiro di troppo? E se anche fosse non eri li apposta per dirlo? Per quanto ne so, in questo genere di interventi mediatici non c'è nulla di lasciato al caso. Le domande sono concordate prima e così le risposte. O forse volevi dar uno scossone a questa Italietta moralista e bacchettona da Festival di Sanremo...Pensai bene. Non ce l'hai fatta. Perchè nonostante la tua esclusione dalla kermesse rivierasca di fatto ne sei il vincitore morale. E pertanto, la vera e ultima icona di questa italietta moralista e beghina rappresentata da Sanremo sei tu, che ne hai già decretato il record di audience. Ma domani anche questa storia sarà acqua passata. Perchè già si fa fatica a ricordare da un mese all'altro quelli che dal palcoscenico del teatro Ariston ci passano. Figurati quelli che vengono bloccati all'ingresso.