Sunday, November 25, 2007

BEDTIME STORIES - KAROSHI

Hai 29 anni e da tempo hai lasciato gli studi. Hai deciso che, in fondo, la carriera per te non è così importante. C’è una vita da vivere e una donna da amare. Quella donna che da alcuni anni è al tuo fianco. Quella donna che hai sposato perché è con lei che vuoi passare la vita intera. Certo non è stato facile trovare un lavoro. Ma ce l’hai fatta. Nessun rimpianto. Quello che ti importa ora è una vita semplice. Pochi soldi da guadagnare con la forza delle tue braccia. Quel tanto che basta per poter guardare a un futuro sereno. Quel tanto che basta per sognare, insieme a lei, il giorno in cui nascerà il tuo primo figlio. Lavori al reparto spedizioni del più importante editore del Paese. Lavori tanto, ma d’altra parte viviamo in una società che non fa sconti a nessuno. E poi qualche soldo di straordinario fa sicuramente comodo. Certo sono soldi che rubano tempo alla tua vita privata. Quella vita così intima per la quale hai lottato tanto. Pazienza, la vita è fatta di momenti e, sicuramente, ne verranno di migliori. Speriamo. Perché ogni giorno che passa è un crescendo di ansia. Devi dare di più. Sempre di più. E tutti sanno che uno come te non dice di no. Mai. La produttività deve aumentare. E’ un imperativo. E per aumentare la produttività ci sono solo due strade. Lavorare meglio e lavorare di più. Tu fare meglio di così non puoi, pertanto non ti resta che fare di più. Sono passati molti mesi e il più è diventato moltissimo, sai che è insopportabile ma è così e non si discute. Tu sei un duro. Non molli mai. Mangi quando riesci. Vai a casa solo per dormire poche ore. Per vedere tua moglie che già dorme da tempo e sussurrarle un buon giorno quando il giorno è ancora lontano. Ma tu, d’altra parte, il giorno neanche lo vedi più. Ogni tanto ti prendi qualche minuto per pensare a lei. Lei che riesce ancora ad aspettarti. E tu sei li, anche stanotte, con gli occhi arrossati in quel magazzino che è ormai più casa della tua stessa casa. Ormai ti muovi lentamente. Dovresti essere più veloce, ma proprio non ce la fai. Non riesci a stare in piedi. Il respiro si fa difficile. Le mani cominciano a diventare insensibili. E quel cuore che tu hai seguito con così tanta determinazione proprio stanotte, tradito e traditore, ha deciso di abbandonarti.

Sunday, November 11, 2007

BEDTIME STORIES - PINOCCHIO

Sei uno scrittore. Uno scrittore maledetto, e per questo celebrato da un mondo che ancora ha bisogno di pugni allo stomaco per pensare. Nel 2003, a 34 anni, pubblichi il tuo primo libro. Una storia maledetta. Come tante. E' subito successo e fama. Una fama meritata: raramente capita di leggere qualcosa di tanto vibrante. Ci sono voluti sette anni per scrivere il tutto, ma finalmente "A million little pieces" si trova in tutte le vetrine, raggiunge l'apice delle classifiche del New York Times e vi rimane per oltre 44 settimane, con oltre 4,5 milioni di copie vendute. La consacrazione finale avviene con l'inserimento all'interno del monthly bookclub di Oprah Winfrey e con la traduzione del testo in 29 lingue. All'improvviso accade ciò che non doveva accadere. Dopo una lunga ricerca, nel gennaio 2006 il sito web "The smoking gun"pubblica un articolo che ti sputtana. Letteralmente. Afferma infatti che la tua odissea per uscire dall'incubo di droga e alcool non è tutta tua. O perlomeno non è esattamente vita vissuta. Prima neghi, poi affermi di aver alterato dettagli minori per conferire dignità letteraria allo scritto. Sei comunque in caduta libera. Da famoso scrittore a famigerato mentitore. Il tuo editore arriva a decidere di rimborsare coloro che hanno acquistato in buona fede il tuo libro. Perchè - si sa- in America le bugie non si tollerano. L'ipocrisia si. Tu continui a difendere il tuo operato ma vieni costretto a salire sul patibolo, lo show di Oprah Winfrey, per ammettere che gli stessi demoni che a dieci anni ti hanno condotto fra i labirinti del crack, ti hanno guidato successivamente nella stesura del testo. Roba da sprofondare al centro della terra. Perchè l'America vuole il sangue vero. Quindi se è vita vissuta vende, se è romanzo no. Che strano. Io leggendo "In un milione di piccoli pezzi" non mi sono fermato neppure un secondo a pensare se fosse vero o verosimile. Mi sono emozionato. Molto. E ho pensato. Molto. Ma non faccio testo. Da quando avevo sedici anni ho sempre creduto che Holden Caulfield fosse reale. E che, in fondo, fossi io.