Sunday, November 11, 2007

BEDTIME STORIES - PINOCCHIO

Sei uno scrittore. Uno scrittore maledetto, e per questo celebrato da un mondo che ancora ha bisogno di pugni allo stomaco per pensare. Nel 2003, a 34 anni, pubblichi il tuo primo libro. Una storia maledetta. Come tante. E' subito successo e fama. Una fama meritata: raramente capita di leggere qualcosa di tanto vibrante. Ci sono voluti sette anni per scrivere il tutto, ma finalmente "A million little pieces" si trova in tutte le vetrine, raggiunge l'apice delle classifiche del New York Times e vi rimane per oltre 44 settimane, con oltre 4,5 milioni di copie vendute. La consacrazione finale avviene con l'inserimento all'interno del monthly bookclub di Oprah Winfrey e con la traduzione del testo in 29 lingue. All'improvviso accade ciò che non doveva accadere. Dopo una lunga ricerca, nel gennaio 2006 il sito web "The smoking gun"pubblica un articolo che ti sputtana. Letteralmente. Afferma infatti che la tua odissea per uscire dall'incubo di droga e alcool non è tutta tua. O perlomeno non è esattamente vita vissuta. Prima neghi, poi affermi di aver alterato dettagli minori per conferire dignità letteraria allo scritto. Sei comunque in caduta libera. Da famoso scrittore a famigerato mentitore. Il tuo editore arriva a decidere di rimborsare coloro che hanno acquistato in buona fede il tuo libro. Perchè - si sa- in America le bugie non si tollerano. L'ipocrisia si. Tu continui a difendere il tuo operato ma vieni costretto a salire sul patibolo, lo show di Oprah Winfrey, per ammettere che gli stessi demoni che a dieci anni ti hanno condotto fra i labirinti del crack, ti hanno guidato successivamente nella stesura del testo. Roba da sprofondare al centro della terra. Perchè l'America vuole il sangue vero. Quindi se è vita vissuta vende, se è romanzo no. Che strano. Io leggendo "In un milione di piccoli pezzi" non mi sono fermato neppure un secondo a pensare se fosse vero o verosimile. Mi sono emozionato. Molto. E ho pensato. Molto. Ma non faccio testo. Da quando avevo sedici anni ho sempre creduto che Holden Caulfield fosse reale. E che, in fondo, fossi io.

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Hai ragione, nemmeno io ci avevo pensato leggendo il libro che fosse, a tratti, una panzana; alcune descrizioni le ho trovate un pò raccapriccianti,ma nemmeno io faccio testo, sono parecchio suggestionabile. Volevo farti i miei complimenti, scrivi molto bene! Un saluto sconosciutoo giovane Holden :). Nico.

7:10 PM  

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