Monday, September 29, 2008

SYMPATHY FOR THE DEVIL

Cosa succede se in una piovosa notte di Natale al posto di carole e natività ti si presenta il Diavolo e ti invita a farti un viaggetto nei gironi infernali? Impossibile non subirne il fascino, soprattutto se sei uno scrittore che da tempo sta cercando l'occasione per compiere il grande salto. Così ha avuto origine "Black America": un viaggio nelle dimensioni più estreme e oscure dell'oltrefrontiera. Un'esplorazione dietro la porta di quello che definiamo "il male". Per affrontarlo ho cominciato a studiare: manuali di criminologia, tecniche di profiling, biografie di mostri del calibro di Charles Manson e tutto il resto. Poi è arrivata la cotruzione del "personaggio". Difficile infatti aprire le porte di certe stanze se non ne hai la chiave. E significa capirne i codici, sentirne il battito anfetaminico e, naturalmente, essere disposti a fare un grande salto nel buio. Lo schermo del computer è un ottimo trampolino. Da li puoi arrivare veramente ovunque e molto più facilmente di quanto si possa immaginare. Ho scelto un luogo, l'America. Per molti motivi. Il primo è quello dell'autoconservazione: l'oceano è una barriera sufficientemente vasta per minimizzare il rischio di finire a pezzi in una discarica. Il secondo è la semplicità: li certi ambienti sono decisamente molto più accessibili e li ci sono proprio tutti, facili da afferrare come fare la spesa al supermarket.
Comincia il viaggio. Il mio primo incontro è stato con i pozzers, ovvero quelle persone sieropositive che consapevolmente si sono date la missione di infettare quanta più gente possibile. Tra di loro c'è di tutto, comprese persone negative che non vedono l'ora di "convertirsi". L'infezione la chiamano "The Gift", il dono. Scavando più a fondo ho scoperto il satanismo: il dono è infatti il "seme avvelenato di Satana". Per lo più una macabra e sciocca farsa per dare un perchè al semplice sfogo di perverse pulsioni sessuali. Naturalmente ho praticato l'assenza di giudizio morale, e devo dire che fino a un certo punto non è stato difficile. Avevo il mio copione che per quanto raffazzonato e con ampi spazi all'improvvisazione risultava sosprendentemente credibile. Quindi mi sono unito in "matrimoni Satanici" ad almeno una ventina di uomini e donne. Celebrando rituali inventati al momento. E' stupefacente quanto la convinzione riesca a distruggere così facilmente le barriere del ragionevole (e del ridicolo). Tuttavia ho riso molto poco. Dai figli di satana sono passato ai vampiri, dai vampiri ai neonazisti per approdare ai gruppi che non hanno bisogno di alcun alibi - si fa per dire - filosofico per dare sfogo alle perversioni sessuali più mostruose e aberranti. Quelli che sanno di essere mostri per il semplice gusto di esserlo. Al servizio di un'etica (definizione stridente ma calzante) guidata dal sistematico e crescente abbattimento di ogni regola etica.
Certo, alcuni portano il tatuaggio del pentacolo o della svastica attorno al buco del culo. Altri, la maggior parte, sono i vicini della porta accanto. Tranquilli padri di famiglia che sognano rapporti incestuosi, stupri, cannibalismo e tutto il resto. Un resto che non voglio menzionare. Molti hanno trovato il modo di passare dalla fantasia alla realtà. Non è stato facile. Queste persone di fatto, hanno sviluppato un fascino per certi versi irresistibile. Davvero difficile non subirlo. Ancora più sconcertante arrivare alla terribile constatazione che chiunque di noi potrebbe essere "in fieri" uno di loro. Non lo siamo. Perchè abbiamo mantenuto la misura e per quanto senbri ipocrita, lasciamo che la nostra "zona oscura" venga solleticata unicamente dai film horror. Nonostante avessi posto a me stesso le regole del gioco, questo viaggio non è stato privo di rischi. Diverse volte nel corso di questi mesi il mio sonno è stato turbato da telefonate in piena notte decisamente moleste. Nonostante, come è naturale, fossi stato molto attento a non divulgare nulla della mia identità. Poi alcuni "incidenti" di percorso: mi riferisco a materiale iconografico inviato e prontamente cancellato prima di incorrere in problemi con la legge. Il viaggio è finito e il cerchio si è chiuso. Mi sono ritrovato con storie, appunti e un vasto campionario di mostri per il mio libro. Pagine e pagine dettagliate con particolari che oltrepassano la più malata immaginazione. Oggi ho deciso che "Black America" non vedrà mai la luce. Perchè l'unico modo di raccontare queste storie sarebbe quello di proporle come fotografie prive di ogni mediazione letteraria. Perchè sono i dettagli che aggiungono a queste storie ciò che nessun telegiornale ci racconterà mai, ma quei dettagli sprofondano inevitabilmente nel più morboso voyeurismo. Perchè l'ultimo dei miei desideri è dare visibilità a questa gente. Perchè è tutto vero. Ho quindi distrutto ogni materiale e, nel farlo ho provato un sincero e borghese senso di liberazione. Come chi, dopo aver venduto l'anima al diavolo in una notte di Natale se l'è ricomprata un po' consumata ma tutto sommato intatta.