Sunday, December 16, 2007

BEDTIME STORIES - NON RUBARE?

Milano, 25 novembre 2007. Le mani in tasca, il cappuccio del giaccone calato sulla fronte, lo sguardo deciso un secondo prima di aprire la porta della farmacia. Pochi secondi, la mano che prende la forma di una pistola puntata e una voce concitata che si sforza di pronunciare poche, chiare parole: “non mi costringete a usarla”. Una coreografia provata chissà quante volte. Per trovare il coraggio di un gesto così semplice e violento. E’ venerdì sera e sono le sette in quella farmacia del centro di Milano. Tutto fila liscio. Nessuno reagisce. Tutti rimangono immobili. Bisogna fare in fretta. Correre dietro al bancone aprire la cassa, accartocciare le banconote nelle tasche. Nessuna arma viene tirata fuori, perché non c’è nessuna arma. La testa si muove con circospezione. E’ opportuno accertarsi che la via di fuga sia libera. Lo è. E poco prima di guadagnare l’uscita, un ultimo sguardo verso la donna, ancora immobile dietro al bancone, un mezzo sorriso imbarazzato da cui fluisce un filo di voce che dice: “mi scusi, ma ci sono i bambini che hanno fame, devo farlo. Mi scusi”. Intorno, Milano sta vestendosi a festa.

Wednesday, December 05, 2007

BEDTIME STORIES - RUN, BABY RUN!

Mi chiamo Simona. Mi piace correre per il gusto di farlo. A chi mi chiede i motivi che mi hanno spinto a fare la maratona di Milano il 2 dicembre potrei rispondere in tanti modi. E’ piacevole fare jogging sotto il tiro dei cecchini-automobilisti arrabbiati, respirando gli scarichi dei loro motori roventi. Un’esperienza che non puoi vivere in città immensamente più grandi di Milano come New York o Londra, dove le macchine si fermano e tutti partecipano alla festa che è la maratona. Fin qui niente che non si potesse già immaginare sulla città di Milano e che non si sia letto sui giornali in questi giorni. Ma questa maratona di Milano, rispetto alle precedenti, mi ha riservato anche un’altra amara sorpresa. Mentre correvo in una via delle zone periferiche sul percorso tra Baggio e Parco di Trenno, in totale assenza di servizio di sicurezza e transenne, sono stata aggredita e palpeggiata da due uomini che quella mattina volevano divertirsi un po’. Proprio come me. Io con pronti riflessi li ho respinti e mi sono allontanata continuando a correre e non perdendo la mia concentrazione sulla gara. Però poi ho pensato che se si istituzionalizzasse la "corsa con palpeggiamenti vari" probabilmente questi eventi ricuoterebbero un successo maggiore. Ti scaldi con la corsa e poi t'infiammi con la podista. Perchè il 2 dicembre 2007 ho scoperto che dopo anni di rivendicazioni di uguaglianze e diritti - volenti o nolenti - quando corriamo troviamo sempre qualcuno da cui scappare. Qualcuno che ci fa correre ancora più forte. Via.