Monday, June 16, 2008

WHAT IF THE JOKE IS ON YOU...

Correre, correre e ancora correre. Sentire che la terra ti scappa da sotto i piedi. Sei uno che sa stare il tuo posto ma, nonostante ciò, sei costantemente fuori posto. Il lavoro è giocoforza la tua vita, ma è troppa vita (perchè quel che rimane è solo riposo biologico). Resistere, resistere e ancora resistere. Cedere a vaghi momenti autolesionisti solo per renderti conto che l'eccesso a volte diventa l'unico modo che hai per sentirti vivo. Per realizzare che, semplicemente, puoi ancora farlo. Dormire, dormire e ancora dormire. Perchè il sonno lascia spazio all'immaginazione che ti permette di sognare una vita diversa. Una vita più semplice. Che sia almeno priva di quelle piccole umiliazioni che, giorno dopo giorno, ti diminuiscono. Ti strappano a morsi la dignità. Ti azzerano l'energia che fino a ieri ti permetteva di coltivare i tuoi tanti progetti. Scappare, scappare e scappare più forte. Perchè i tuoi giorni non siano più un dissennato e sterile scarificio in difesa del conto corrente. Guardare, guardare e ancora guardare. E poi correre, correre, di nuovo correre. Perchè alla fine, amico mio, anche il più crudele dei giochi e la più ostinata delle crudeltà non può che soccombere di fronte alla tua testarda voglia di vivere. Smetterai di correre nella notte, perchè non c'è più bisogno di nasconderti. Neanche dietro quelle vane e patetiche parole di chi, come ora, non trova il coraggio di parlare a se stesso.

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