Monday, November 14, 2011

MA PERCHE' TUTTI BALLANO TRANNE TE

Mercoledì scorso mi trovavo a Barcellona e come faccio spesso quando sono li, cerco di alzarmi di buon'ora (in senso spagnolo si intende) e faccio due passi lungo la spiaggia. Poi guardo i titoli dei giornali all'edicola, mi sparo un caffè doppio al Federal e do inizio alla giornata. Un rito di cinquanta minuti in tutto, ma irrinunciabile. Mercoledì anche di più: l'intera stampa spagnola titolava a caratteri cubitali e in prima pagina la disfatta di Berlusconi. Descabezado, rendido o - addirittura in italiano - finito. Sono entrato al Federal e Angela, la maga della colazione pacificamondo, ha gli occhi che sorridono e mi abbraccia esultante. Io per qualche secondo sono contento ma, purtroppo una rapida verifica con gli amici italiani ha attutito gli entusiasmi. Mercoledì le dimissioni di Silvio Prostata Tonante erano solo un'ipotesi. Realistica certo, ma presagita anche più spesso dell'apocalisse del 2012. Venerdì sera, a 60 ore di distanza, succede l'apocalisse. Silvio si leva dai coglioni. Davvero. La gente scende in piazza. Esulta. Il mondo sembra esultare. Io esulto. Anche se non scendo in piazza e mi limito a tintinnare un gin tonic in un bar con alcuni amici. Certo, mi chiedo dove sono/siamo stati noi esultanti di inizio weekend negli ultimi 18 anni. Ma adesso l'unica cosa che davvero conta è è che è finita. Si, è proprio finita. Ed è legittimo essere contenti. Anche se... da lontano risuonano strani echi in direzione opposta. Molti. Che strano. Io sono un uomo di sinistra. Frequento gente di sinistra. Leggo giornali di sinistra. E questi echi mi suonano sinistri. Lamentosi. Lacrimosi. Deprimenti e depressi. Perché Berlusconi se n'è andato dalla porta è pronto a rientrare dalla finestra. Perché le esecuzioni sulla pubblica piazza sono odiose (ndpier; ma quale esecuzione..Silvione si è dimesso dopo aver giocato per anni a Monopoli con i soldi veri...altrove l'avrebbero appeso al cappio, qui se n'è andato sulle sue gambe una volta esaurita ogni residua e minima alternativa). Perché Monti (fino a ieri stracorteggiato dalla sinistra, economista di fama mondiale e noto per la sua integrità) è diventato il pericoloso "uomo delle banche. Tra un po' sentiremo dire che si stava meglio quando si stava peggio e una sequela di analoghe cazzate (anche se, giusto per mettere le mani avanti non è che i treni brillassero per puntualità negli ultimi tempi). Condivido la preoccupazione per un paese in ginocchio e per un futuro più che incerto. Per la vergogna di aver tenuto sul trono un re tanto imbarazzante da far apparire Maria Antonietta con le sue brioche una caritatevole suorina. Ma non condivido l'atteggiamento del "tanto non c'è niente di meglio", del "non cambierà nulla" e dell'alternativa che non c'è. Non condivido - e non mi sono mai piaciuti - gli atteggiamenti rinunciatari e disfattisti che, di fatto, in questi anni hanno nutrito questo governo circense nel nome di una molle eutanasia politica. Certo l'alternativa non arriva gratis ne per corrispondenza. La si cerca e la si trova. Magari cominciando a esultare fosse anche per un secondo (e prima di mettersi all'opera) per esserci liberati di un cancro che ci ha lasciati deboli, magri ed esangui (nonostante i ristoranti sempre pieni). Ma il fatto di essere ancora vivi, se non ci permette di ballare, perlomeno ci salvi dal suicidio per autocommiserazione. P.s. Per onestà intellettuale tengo a precisare che parte del mio apprezzamento rivolto a Mario Monti è dovuto al fatto che a lui devo uno dei rari voti alti presenti sul mio libretto universitario. Ai tempi, lontanissimi, dell'esame di economia politica.