Tuesday, December 23, 2008

THE B - PROSPEKT REVEALED

http://www.flickr.com/photos/12270612@N04/sets/72157611498953915/

ACHTUNG, PIOMBO, NERODURO, HOLOCAUST, WAS IST DAS, HELMUTNEWTON, HOLOCAUST, HOF, BAHNHOF, ZOO, GHOSTS, CLANGORE, PARATA, OMBRE, STURMUNDDRANG, JEFFKOONS, FERRO, TACHELESS, MURO, DIAGONALE, INTOLERANZ, NO WAY, EXIT, FADING. AWAY, THEN BACK AGAIN AND ONCE AGAIN AWAY.

Sunday, December 21, 2008

THE B - PROSPEKT

Nei giorni scorsi, nel poco tempo che mi rimane a disposizione a causa del nuovo lavoro, ho cominciato a mettere mano alle molte foto scattate nel corso di un recente viaggio a Berlino. Ho iniziato - come di consueto - con la selezione del materiale e da subito ho realizzato che gran parte di esso era robaccia. Immagini fuori fuoco, decisamente storte. Le strade erano due. O cancellare tutto o salvare tutto come era. Ho preso istintivamente la seconda strada e ho pubblicato velocemente due album nel mio profilo su Facebook. Un paio di giorni dopo, chiacchierando a cena con un amico il discorso è caduto su quelle foto. Fatte con mano tremante, in movimento, quasi mai "allineate" secondo le convenzionali regole della fotografia. Ho preso atto. E dopo una debolissima e raffazzonata difesa mi sono arreso. Il discorso nel frattempo era già approdato molto lontano.

Una volta tornato a casa, quasi casualmente, nel quotidiano cazzeggio su Facebook mi sono soffermato su quelle foto. Le ho sfogliate nuovamente. Una per una. Osservando le linee di ripresa ho realizzato che quelle foto sfuocate e "storte" continuavano a piacermi. Perchè, semplicemente, rompevano la convenzione rettilinea. Perchè affrontavano la realtà da una prospettiva diversa. Diagonale. Espansa. Riflettevano esattamente tutta la realtà di ombre e di fantasmi che ho incontrato nella mia esperienza berlinese e la restituivano all'occhio con una luce diversa. Cupa, forse inquietante ma simbolica. Diagonale appunto. Come quella di un uomo che decide di spostarsi dal perimetro del suo spazio per attraversarlo, entrarci dentro e farsi coinvolgere pienamente. Ho trovato questa nuova proiezione molto affascinante. Perchè questo - forse non così tanto inconsapevole - "viaggio oltre la ringhiera" è la chiave di un nuovo modo di osservare la realtà. La prospettiva "B" appunto. Berlino è una città davvero strana, di cui si intuisce una voglia di trasformazione ma che - tuttavia - non riesce ancora a liberarsi dalle chiassose catene di fantasmi che emergono ad ogni angolo di strada. Una città che non ha ancora ottenuto il perdono e che non sa perdonare se stessa. Una città sospesa tra il silenzio garbato e il tuono sinistro delle schiere marcianti della Wermacht.

Sempre durante la cena con l'amico molto più bravo di me nell'arte fotografica, avevo sollevato queste "impressioni di dicembre" affermando che in fondo quel luogo è "respingente". Di grande fascino - certamente- ma allo stesso tempo distante quanto un "non-luogo". Mi sono sbagliato. Non avevo ancora preso in considerazione la prospettiva "B". Quella che supera la rigidità delle sicurezze e delle convenzioni per invitarti a fare un viaggio nuovo dove le tue ombre parlano con altre ombre, e pur rimanendo tali chiedono di essere accolte e ascoltate. Ciò che sembra "respingente" forse ti chiede soltanto di attraversare una porta chiusa e di perderti nei suoi meandri. Seguendo percorsi nuovi. Ringrazio Berlino- voglio tornarci presto - per avermi aperto la porta chiusa, e l'amico che mi ha permesso di prendere consapevolezza di tutto ciò. Per amor di giustizia e presunzione, voglio però dirgli che vi sono "maestri" come Terry Richardson che non solo fanno fotografie "storte", ma che proprio attraverso questo distacco dal canone comunicano una realtà cruda, istintiva e feroce di rara intensità. Che prima di lui David Sylvian nei primi anni '80 aveva guadagnato una raggiante fama come artista visivo attraverso la rivelazione dei "colori probiti" delle sue Polaroid scattate alla cazzo. Che Lars Von Trier se ne fotte di apparire con la camera in mano nel riflesso di un vetro. Che Picasso metteva un occhio al posto di una tetta e viceversa. Che James Joyce riteneva superflua la punteggiatura. Che, infine, costa una gran fatica dover ricorrere ad antipatici show off intellettuali o - peggio ancora - a pesantissimi paragoni per celare la mia scarsa abilità nel tenere, almeno quando fotografo, la mano ferma. Ma forse anche questo è parte della prospettiva "B"...